venerdì 19 giugno 2009

Chi è Patrizia, la grande «accusatrice» del premier

Dal Quotidiano L'Unità
di Massimo Solani(Giornalista)









Era iniziato tutto con una inchiesta su protesi e mazzette negli ospedali baresi, ma si è arrivati dritti nelle stanze di Palazzo Grazioli. In mezzo, le rivelazioni del «Corriere della Sera» e le parole di Patrizia D’Addario: bionda e bella candidata per il centrodestra al consiglio comunale di Bari che dalle pagine del quotidiano di via Solferino ha raccontato di aver partecipato dietro compenso a due feste a Palazzo Grazioli, residenza romana del presidente del Consiglio, insieme ad altre ragazze. Incontri di cui, ha spiegato la D’Addario, esisterebbero anche prove registrate.

A condurre la ragazza fino alle segrete stanze di via del Plebiscito, ha spiegato la candidata della lista “La Puglia prima di tutto” immortalata con Berlusconi e con il ministro Fitto per un’iniziativa elettorale il 31 maggio scorso, sarebbe stato Giampaolo Tarantini imprenditore barese del settore sanità titolare assieme al fratello Claudio (ma il primo ha lasciato l’attività nel novembre 2008 per trasferirsi a Roma) della Tecnohospital. Azienda al centro di una inchiesta della procura barese per un presunto giro di mazzette in cambio di appalti. Ed è lavorando sull’ipotesi di corruzione e intercettando le utenze dei due giovani e rampanti imprenditori (indagati con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione assieme ad altre due persone) che il pm Giuseppe Scelsi e gli uomini della Guardia di Finanza hanno messo le mani su un presunto giro di ragazze squillo che Giampaolo Tarantini raccontava di aver procacciato per feste in casa di Berlusconi a Roma e in Sardegna, dove tra l’altro possiede una abitazione non lontano da Villa Certosa. Elementi che hanno spinto la procura barese ad aprire un secondo filone di indagini in cui Giampaolo Tarantini è per ora l’unico indagato per induzione alla prostituzione.

E se di fronte al pm Scelsi sono già sfilate alcune delle ragazze coinvolte, il racconto reso da Patrizia D’Addario (se confermato) fornirebbe i primi riscontri all’ipotesi investigativa della procura. «Un mio amico di Bari mi ha detto che voleva farmi parlare con una persona per farmi partecipare ad una cena che si sarebbe svolta a Roma – ha raccontato la quarantaduenne – Io gli ho spiegato che per muovermi avrebbero dovuto pagarmi e ci siamo accordati per 2000 euro. Allora mi hanno presentato un certo Giampaolo. Mi dissero subito che si trattava di una festa organizzata da Silvio Berlusconi». Il primo incontro alla presenza di una ventina di altre ragazze, secondo la ricostruzione della D’Addario, non va benissimo: «Giampaolo mi disse che mi avrebbero dato solo mille euro, perché non mi ero fermata». La seconda volta, il 4 novembre 2008 sera delle elezioni presidenziali americane, va secondo programmi e Patrizia trascorre la notte in casa del premier: «Berlusconi mi ha chiesto di rimanere», ricorda la donna.

Parole che vanno lette anche alla luce del passato burrascoso di Patrizia D’Addario che salta fuori dai faldoni degli uffici giudiziari baresi. «Ho avuto problemi seri con un uomo – ha detto al Corriere della Sera spiegando i motivi per cui avrebbe “registrato” gli incontri a Palazzo Grazioli – e da allora quando vado ad incontri importanti porto sempre un registratore con me». Cinque anni fa, infatti, Patrizia sfuggì al suo ex ragazzo che la costringeva a prostituirsi, lo denunciò e lo fece arrestare. Ma la D’Addario è anche una delle testimoni principali nell’inchiesta condotta dalla squadra Mobile di Bari per l’omicidio dell’amica Marisa Scopece. Una prostituta ventitreenne ritrovata cadavere l'11 settembre del 2007 vicino Barletta.

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