venerdì 12 giugno 2009

LE VERITA' CHE NON TI HO DETTO...



Manifesto pubblicato il 12 giugno 2009

PREMESSA

Innanzitutto ci preme ringraziare anticipatamente i gentilissimi lettori che han deciso di spendere il loro preziosissimo tempo nel leggere il nostro modestissimo articolo. Ci pregiamo oltretutto mettervi a conoscenza della nascita del gruppo “Ricomincia da te” che avrà come solo ed unico scopo quello di farvi conoscere alcuni fatti che corrispondano quanto più possibile alla verità. Aggiungiamo che non è nostra intenzione fare informazione a favore di alcun partito politico e ne tanto meno a favore di eventuali poteri di alcun genere ma solo di poter informare correttamente i nostri lettori sui fatti che possono influire sul nostro comune vivere al fine di poter ragionare ognuno secondo la propria coscienza su quanto accade. Buona lettura...



Come dal celebre romanzo di Nicholas Sparks “Le parole che non ti ho detto” dove il protagonista si pentiva, quando ormai era troppo tardi, di non aver detto la verità sui suoi sentimenti al proprio amore, così nel tragicomico giornalismo italiano sta accadendo che le verità che contano vengono tenute paradossalmente nascoste all’opinione pubblica a tal punto da comportare un’insostenibile crisi democratica con il rischio di trovarci in un paese diverso da quello che i nostri nonni e i nostri padri hanno col sudore ma anche col sangue costruito.
La stampa è considerato un vero e proprio potere, viene spesso definito come il cane da guardia delle moderne democrazie se questo riesce a conservare pienamente la sua indipendenza e non subire quindi l’influenza di altri poteri quali quelli: politico, economico, finanziario, religioso e perchè no anche quello criminale. Ma cosa accade ad una democrazia se questo terribile cane da guardia lo si addomestica?
Accade che i poteri che riescono a controllare la stampa possono fare in modo che di alcuni fatti non si deve parlare, quindi che alcune verità bisogna negarle all’opinione pubblica e che quindi di certe oscenità di tali poteri non ne verrà mai a conoscenza. Ma non solo, il controllo della stampa può anche servire a trasformare la verità su determinati fatti in qualcosa di diverso o addirittura di opposto così da dissimulare la realtà e far credere all’opinione pubblica cose che non corrispondono di fatto a ciò che è davvero accaduto. Questo è accaduto e continua ad accadere in Italia.
Chi ha cercato di mantenere una sua indipendenza da tali poteri è stato punito con il licenziamento seguendo il saggio consiglio di Mao Tse Tung “punirne uno per educarne cento”, così nel 2002 si decise di punire quelli più in vista cacciando dalla Rai Enzo Biagi e Michele Santoro con il famoso editto bulgaro deciso dall’allora capo dell’esecutivo il premier Silvio Berlusconi (da notare il testo sottolineato in quanto a noi non interessa la persona che ha determinato quel fatto ma ciò che più interessa è la carica istituzionale che ha dettato e si è visto esaudito tale editto, ciò è drammaticamente pericoloso e nocivo per qualsiasi democrazia). In quel caso si sperava che punendo 2 illustri giornalisti si potesse di fatto sottomettere tutta la categoria. Con questo non vogliamo di certo dimostrare che prima di quella data l’informazione nel nostro paese fosse paragonabile a quella di un paese civile ma di certo però si è voluto bastonare quei pochi che ogni tanto uscivano dal seminato e davano magari informazioni quanto più possibile vicine alla verità raccontando i fatti anche dettagliatamente. Ricordiamo che Biagi e Santoro poi sono stati reintegrati in Rai grazie a delle sentenze e non grazie al ricambio politico tra destra e sinistra, anzi c’è da aggiungere che addirittura la dirigenza Rai ha addirittura ricorso in appello perdendo clamorosamente anche quello. 10 giudici si sono espressi sul caso Santoro e quei 10 giudici hanno dato ragione al giornalista.
Ma queste strane epurazioni non sembrano esaurirsi con i casi di Biagi e Santoro, difatti proprio in questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un’uscita dalla scena dei talk show televisivi del giornalista Enrico Mentana che conduceva il programma “Matrix”, quindi famoso e conosciuto giornalista. Ma ancor più grave, a nostro avviso, è stata la censura di un eroico giornalista dalle pagine del Corriere della Sera, Carlo Vulpio che era uno di quei pochi giornalisti che riportavano le notizie sul caso De magistris, con una professionalità tale da fare invidia a qualsiasi giornalista anche internazionale degno di questo nome, e la sua famosa inchiesta “Why Not”, notizie scomode per il potere, notizie che rischiano di far conoscere all’opinione pubblica dell’esistenza di una nuova tangentopoli, 10 volte più potente, ricca e raffinata di quella che ha determinato la fine della prima repubblica. E preoccupante ancor più è stata la sospensione del vignettista Vauro dal programma “Annozero” da parte del nuovo DG della RAI Mauro Masi. A tal proposito il consigliere del Cda Rai Nino Rizzo Nervo ha detto: «Il prof. Masi si è insediato a viale Mazzini il 6 aprile e in soli sette giorni lavorativi ha nell’ordine: messo sotto inchiesta Anno Zero, sospeso Vauro e inviato al giudizio del Comitato etico dell’azienda una puntata di Report che, a quanto sembra, non era piaciuta al ministro Tremonti. Torquemada sarebbe stato più cauto... ».
Ma al potere non basta non far sapere alcune notizie o censurare alcuni giornalisti ma soprattutto ha bisogno di manipolare la verità per spianare la strada al fine di attuare progetti di varia natura che altrimenti potrebbero risultare impopolari ed innescare pericolose polemiche.
Manipolare la verità significa che il giornalista anzichè scrivere il suo articolo per raccontare un fatto accaduto con l’obiettivo di informare invece pone in primis l’obiettivo di far apparire quel fatto all’opinione pubblica nella maniera più congeniale al potere che sta servendo spezzettando la verità in tanti frammenti e ricostruendola spesso e volentieri solo parzialmente introducendo così dove può opinioni o insinuazioni che ledono gravemente alla verità su determinati fatti. Alcuni esempi terribili e recentissimi della manipolazione della verità sono quelli sulla vicenda “Why Not” del Pm Luigi De Magistris, sulla vicenda del “Caso Unipol”, su una delle balle più colossali della nostra Repubblica e cioè “La guerra fra procure tra Salerno e Catanzaro” e ovviamente tante minori alle quali assistiamo inconsapevolente tutti i santi giorni. Altri esempi di manipolazione sono ad esempio il famoso “indulto”, il “Lodo Alfano” palesemente incostituzionale dove 4 cittadini in questo momento sono al di sopra della legge, “limitare l’uso delle intercettazioni”, “le ronde”, ecc...
Tutto ciò a nostro avviso va contro i principi dell’articolo 21 della Costituzione italiana che così recita:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”

Pensiero della settimana

“Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto” (Horacio Verbitsky)

Il gruppo
Ricomincia da te

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