mercoledì 29 luglio 2009

Filo rosso De Magistris-Bruni/3: che coppia Galati-Lussana, il plurindagato (ex tutto) e la parlamentare leghista antimafia…

Dal Blog Agorà

De Il Sole 24 Ore

del 29 luglio 2009


di Roberto Galullo

(Giornalista - Blogger)



Ancora oggi Galati e il suo gruppo, a detta del D’Anna, pretende il pagamento di ulteriori somme di denaro”. E’ il 19 marzo – festa del papà - quando Antonio Argentino (che come abbiamo visto nel precedente post non è solo il consulente e superteste dell’inchiesta Turbogas della Procura di Crotone ma è anche un pensionato, ex consulente pro tempore di Telecom, già sentito il 29 gennaio 2003 dalla Commissione parlamentare d’indagine sull’affare Telekom Serbia e relative ipotesi di mazzette miliardarie) parla con il Pm Pierpaolo Bruni.

Ancora oggi” puntualizza Argentino. “Ancora oggi” annota Bruni che, ovviamente, dovrà trovare riscontri. Pacman di km ne macina…

E’ il 29 aprile quando, di fronte allo stesso Pm Argentino dirà ancora: “…lo Scordo mi riferì che non solo le persone fisiche – politici Chiaravalloti e Galati avevano percepito guadagni e somme di danaro, per come sopra riportato, ma anche che lo stesso partito politico Udc, partito di riferimento del Galati (all’epoca ndr), veniva finanziato o sarebbe stato finanziato attraverso un sistema di consulenze. Ciò in quanto il Galati, per poter realizzare i propri interessi privati e quelli del suo gruppo, doveva avere il placet della direzione del proprio partito, placet che veniva ottenuto poiché il Galati imponeva alle società interessate alle operazioni il pagamento di somme di danaro indebite in favore delle casse del partito Udc, attraverso un sistema di consulenze fasulle”.

Non era la prima volta che Argentino rilasciava dichiarazioni sulla holding dei “due Giuseppe” Chiaravalloti-Galati (si veda il 1° post del 17 luglio), sulla quale è andato giù durissimo.

Si vedrà su questo terzo, vitale filone (dopo quelli che abbiamo già analizzato dei paradisi fiscali e della massoneria deviata) se pacman Bruni reggerà il confronto con “pasticcino De Magistris” (come l’ho soprannominato comunque con rispetto, stima e affetto e lui lo sa).

Anche Bruni, infatti, come il suo ex collega, si trova di fronte ad una coppia nella quale si era già imbattuto De Magistris nelle inchieste Poseidone e Why Not. In vero Chiaravalloti Bruni lo ha incontrato anche quando ebbe in eredità (per un breve periodo, e non poteva essere diversamente) l’inchiesta Why Not. Ora va specificato che Chiaravalloti è ancora indagato e compare tra i 106 (poi diventati, credo, 98 ma ho perso il conto) che hanno ricevuto le informazioni di garanzia a conclusione delle indagini preliminari della Procura della Repubblica di Catanzaro.

Galati, invece, ne è uscito praticamente subito. La sua posizione è stata prima stralciata e poi archiviata.

LA DIFESA DI GALATI

In una nota spedita all’agenzia di stampa Apcom, il 13 luglio, il parlamentare del Pdl Giuseppe Galati, respinge come "infondate" le accuse nei suoi confronti mosse a suo carico dalla Procura di Crotone nell'inchiesta sull'utilizzo dei fondi pubblici per il piano di sviluppo della città. "Sono certo che anche in questo caso le accuse che mi vengono rivolte nella loro paradossale enormità, si sgretoleranno lasciando spazio alle verità dei fatti e alla volontà popolare", dirà all’agenzia.
"Dalla lettura delle notizie di stampa - afferma Galati – circa un mio presunto coinvolgimento nell'inchiesta di Crotone, rilevo ancora una volta come, siano infondate le accuse nei miei confronti. Siamo nel campo dei teoremi e dei pregiudizi che bene ispirati vogliono modificare in direzione (non sappiamo ancora di chi), il corso della politica regionale. L'attività politico-elettorale mia e della mia componente, evidentemente non va nella direzione di alcuni interessi. Dispiace che la politicizzazione, di una parte, della magistratura voglia invertire la libera scelta dei percorsi democratici della Regione. Abbiamo sufficiente dignità e tenacia per resistere alle scelte di una parte della magistratura che ci attacca sempre con gli stessi ed identici teoremi, e che vuole negare liberi diritti politici ad alcuni e costruire alterate carriere politiche. Vale la pena di sottolineare che, non sempre la costruzione di ipotesi accusatorie fantasiose comporti un risultato politico favorevole a chi lo propone".

Per amore di cronaca abbiamo riportato la sua dichiarazione, così come per difetto giornalistico sottolineo che a essere chiamate in causa sono: la volontà popolare che lo ha eletto e la supposta macchinazione di alcune toghe che invece di pensare magari ad altro, hanno l’ardire di condurre inchieste. A me sembra di averli già sentiti da un altro queste argomentazioni ma, sicuramente, mi sbaglio.

ITALIA UNITA: PIU’ CHE GARIBALDI POTE’ GALATI

Ma chi è ‘sto Galati? Inutile rivangare antiche e ormai consumate storie che lo videro nel 2003 al centro dell’operazione “Cleopatra”, una vicenda di sesso e cocaina. Tanta neve sciolta in acqua è passata sopra e sotto i ponti: lui stesso butta alle spalle queste vecchie vicende.

Lo fece con me, che lo intervistai per il Sole-24 Ore il 29 marzo 2008 nell’ambito di un’inchiesta che feci in vista delle elezioni politiche. Con l’etica in politica come la mettiamo – gli chiesi – visto che cinque anni fa finì in una brutta storia di cocaina e prostitute? “I calabresi sanno scegliere – mi rispose tranquillo – e sanno che non c’entro nulla con quelle vicende. Ho lavorato solo per la mia terra”. Prendo atto.

E infatti nella biografia che ha inserito nel suo sito www.giuseppegalati.itnon c’è traccia. Di lui però sappiamo che: prima aveva pochi capelli, adesso ha una fetta di asfalto sulla cervice (non è il solo, mi consenta), è laureato in legge e, soprattutto è un ex: ex Dc, ex Ccd, ex Udc e ora felicemente approdato tra le braccia del Pdl che lo ha rieletto deputato con Forza Italia.

Di lui si ricordano memorabili interventi a favore della sua terra, come a esempio l’ultimo, avanzato con un’interrogazione parlamentare a risposta scritta il 2 luglio 2009, con la quale chiede conto a ben due ministri, quello dell’Interno e quello delle Infrastrutture, per quale motivo abbiano tarpato le ali (sequestrandolo) al porticciolo “Il Delfino” di Gizzeria Lido, frazione alle porte di Lamezia Terme dove Galati è di casa, essendoci uno dei suoi ristoranti preferiti “Marechiaro” del miticoPaolo Sauro.

Ma da un po’ di tempo Galati è noto anche per essere il signor Lussana.

IL MATRIMONIO TRA UN TERRONE E UNA PADANA

E si perché mentre migliaia di leghisti minacciavano di suicidarsi ingurgitando per protesta 10 chili di peperoncino essiccato di Diamante (Cosenza) e sette confezioni di ‘nduja sotto’olio con tutto il vasetto di vetro, lui il 24 settembre 2007 si sposava con la focosa parlamentare leghista Carolina Lussana da Bergamo.

Anche di lei rimangono memorabili interventi e atti, come a esempio le “Nuove disposizioni per la tutela del diritto all’oblio su internet in favore delle persone già sottoposte a indagini o imputate in un processo penale”, un progetto di legge presentato il 20 maggio 2009 sul quale sono già stati scaraventati molti fulmini. Una proposta di legge, per sua stessa definizione, che “e` finalizzata a riconoscere ai cittadini, già sottoposti a processo penale, il cosiddetto « diritto all’oblio » suinternet, cioè la garanzia che – decorso un certo lasso temporale – le informazioni (immagini e dati) riguardanti i propri trascorsi giudiziari non siano più direttamente attingibili da chiunque”.

Cuor di moglie, ma vuoi vedere che questo colpo di genio l’ha avuto pensando alle vicende del marito? No, non può essere. Figurati. E’ della Lega, è intelligente per definizione.

Poi, però, guarda tu il caso, scopri che l’onorevole marito è in contenzioso con un gruppo di giornalisti e, altra casualità la sua biografia è sparita da Wikipedia dove, infatti (provare per credere) l’unico che compare è tal Vito Giuseppe Galati, altro politico calabrese passato a miglior vita 41 anni fa.

DUE DOMANDE ALL’ONOREVOLE MOGLIE

E ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA

Una domanda semplice semplice all’onorevole moglie dell’onorevole marito: ma anziché pensare a una legge sull’oblio, non sarebbe meglio promuovere una bella legge non dico sull’esuberanza, ma quantomeno sul dormiveglia. Basterebbe poco: a esempio che l’onorevole marito aggiornasse il sito anche sulle sue vicende giudiziarie. Semplice no? Forse troppo…

Ma l’onorevole Lussana è stata anche nominata dal suo partito nella Commissione parlamentare antimafia dove – ma voglio essere smentito – non mi risulta che abbia mai preso la parola. E dire che ci sono state finora ben 20 sedute in appena 8 mesi di vita.

A questo punto un’altra domanda vorrei fare. Anche a lei ma soprattutto agli altri “49 membri 49” onorevoli membri della Commissione parlamentare antimafia. Se è vero che le colpe dei padri non debbono ricadere sui figli è altrettanto vero che le colpe degli onorevoli mariti (tutte eventuali e da accertare sia ben chiaro) non devono ricadere sulle onorevoli mogli. Mi chiedo però: non sarebbe il caso che – quando un congiunto prossimo – è indagato, per ragioni di opportunità e decoro politico, il congiunto coinvolto di riflesso presenti le dimissioni da una Commissione così delicata? Io lo farei, ma io sono solo un giornalista…E voi, cari amici di blog, vi dimettereste (lo chiedo a voi perché dubito che la coppia calabro-padana e gli onorevoli membri dell’onorevole Commissione mi rispondano)?

3 – the end (per il momento…)

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