domenica 12 luglio 2009

Giorgio Ambrosoli, un eroe della giustizia


Da Micromega
del 12 luglio 2009

di Guido Salvini
(Giornalista)






A 30 anni da quell’11 luglio 1979 nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia, con il Sindaco, il Presidente del Tribunale e il Presidente dell’Ordine degli Avvocati, è stato per la prima volta ricordato solennemente Giorgio Ambrosoli, un uomo che Milano non deve dimenticare.

E’ un tributo che gli era dovuto perché quando fu ucciso sotto casa da un sicario, il Prefetto e le istituzioni della Repubblica furono assenti e ai funerali gli furono accanto solo alcuni colleghi e i magistrati con cui aveva lavorato.
Eppure per 5 anni l’avv. Ambrosoli, nominato liquidatore delle banche di Sindona e dei suoi affari sporchi, aveva sentito questo incarico come un dovere verso lo Stato e aveva mantenuto questo suo impegno, impedendo con le sue relazioni e le sue iniziative, nonostante le minacce ricevute, che si realizzasse il progetto degli amici di Sindona volto a far pagare alla collettività come in una sorta di condono gli ingenti scoperti di queste banche del malaffare.

Due cose di lui vanno ricordate.

Ambrosoli in questa lotta che sembrava impari, non fu un “eroe per caso”, sapeva che sarebbe bastato un piccolo compromesso con il progetto di salvataggio di Sindona, un benestare, una firma, voltare anche solo un po’ la testa dall’altra parte, per allontanare da sè stesso il pericolo. M il suo rigore morale lo portò a concludere il compito che lo Stato gli aveva affidato.

Inoltre è giusto ma anche riduttivo ricordare Ambrosoli come vittima solo della mafia. Certo mafioso era il killer assoldato che gli sparò ma, che pur si era legato alla mafia, Sindona negli anni ’70 era sopratutto il più potente banchiere privato e il massimo esponente della cosiddetta “finanza cattolica”, elogiato in ambienti governativi come “salvatore della lira” e del risparmio, amico di illustri professori universitari, gradito ai Palazzi del potere a Roma
Anche per questo Ambrosoli fu lasciato solo e il suo impegno fu in qualche modo precursore di Mani Pulite.
Il lavoro di Ambrosoli, esperto in tecniche bancarie e societarie, fu anche precursore, con la sua collaborazione con i giudici di New York che indagavano sul fallimento delle banche di Sindona negli USA, di un approccio globale alle malefatte di una finanza senza etica, lo stesso approccio che ha consentito di far venire alla luce casi come Parmalat e i grandi scandali finanziari statunitensi.

Quella finanza e quella politica cui occorrerebbero, secondo le parole del Papa nella recente enciclica Caritas in Veritate, questa volta apprezzate da tutti, “uomini retti sinceramente attenti al bene comune”, uomini che nell’Italia del “cattolico” Sindona purtroppo mancarono sia nella finanza sia, con le sue omissioni, nella politica.
Ambrosoli, un tranquillo avvocato civilista, fece in quell’epoca, per usare le parole del figlio Umberto, “semplicemente ciò che nella sua coscienza sentiva di dover fare”.

Una scelta che lo colloca tra i Giusti del nostro paese.

Nessun commento:

Posta un commento