giovedì 20 agosto 2009

Migranti, si teme una nuova tragedia "Settantrè morti e nessun soccorso"

Dal Quotidiano La Repubblica
del 20 agosto 2009


LAMPEDUSA - "Siamo stati alla deriva per più di venti giorni, abbiamo incrociato almeno dieci imbarcazioni, ma solamente un pescatore si è fermato per darci cibo e acqua. Eravamo partiti in 78, siamo arrivati in cinque. Gli altri sono morti e abbiamo gettato i corpi in mare". Le parole di un ragazzo eritreo, soccorso al largo di Lampedusa insieme a quattro connazionali, proietta l'ombra di una nuova tragedia nel canale di Sicilia. E riaccende le polemiche sui soccorsi in mare e sull'accoglienza dei richiedenti asilo politico.

I sopravvissuti: "Nessuno ci ha aiutato". Uno dei cinque eritrei sopravvissuti - sono una donna, due uomini e due minorenni - ha raccontato a un operatore di "Save the children" di essere partito il 28 luglio scorso da Tripoli, a bordo di un barcone con altre 78 persone a bordo, per lo più eritree e in minima parte etiopi. Dopo 6 giorni di viaggio però erano terminati cibo, acqua, benzina e i cellulari erano ormai scarichi. L'imbarcazione, un gommone di 12 metri, avrebbe proseguito dunque spinta dal vento e priva di rotta. Le persone avrebbero cominciato a morire e man mano che morivano venivano gettate in mare. Nel corso del drammatico viaggio almeno 10 le imbarcazioni che sarebbero state incrociate a cui è stato richiesto aiuto ma inutilmente. Solo nei giorni scorsi - lunedì o martedì - i superstiti hanno detto di avere incrociato un pescatore che ha dato loro acqua e cibo.

I soccorritori: "Corpi ridotti a scheletri". La segnalazione delle autorità maltesi è arrivata solo all'alba di oggi quando i migranti si trovavano a circa 19 miglia dall'isola, al confine con le acque di competenza italiana. Le autorità della Valletta non hanno però specificato da quanto tempo il barcone, alla deriva per mancanza di carburante, venisse "monitorato". I cinque migranti non sono in pericolo di vita, ma in precarie condizioni fisiche sì: "I loro corpi - dicono gli operatori umanitari che li hanno attesi sul molo - sono ridotti a uno scheletro". "La donna sembrava un fantasma - aggiungono - il corpo era ridotto a uno scheletro, gli occhi persi nel vuoto. Mi ha ricordato Fatima, la ragazza somala che raccogliemmo da un barcone convinti che ormai fosse morta".

Aperta un'inchiesta. Il racconto dei migranti è in attesa di riscontri ufficiali, ma pare compatibile con le dimensioni del barcone, adatto a contenere una ottantina di persone, e con le condizioni di salute dei sopravvissuti, denutriti e disidratati. La Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta sulla presunta tragedia. "Di 73 morti durante la traversata - dice il prcouratore Renato Di Natale - ha parlato uno solo dei 5 eritrei soccorsi a Lampedusa. Stiamo facendo accertamenti e stanno sentendo, con l'ausilio di un traduttore, gli altri quattro che non sono in buone condizioni di salute".

Save the Children: "Indifferenza inacettabile". "E' inaccettabile l'indifferenza crescente nei confronti dei migranti, anche in situazione di evidente gravità. E' fondamentale che principi quale quello del soccorso a migranti che rischiano la vita, in mare, tornino ad essere rispettati", commenta Carlotta Bellini, responsabile Protezione di Save the Children Italia.

L'Unhcr: "Chi arriva per mare non è vuoto a perdere". Laura Boldrini, portavoce in Italia dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati: "E' allarmante che per oltre 20 giorni queste persone abbiano vagato nel Mediterraneo senza che nessuna imbarcazione le abbia soccorse. Un triste primato che preoccupa enormemente. Come se stesse prevalendo la paura di aiutare sul dovere di soccorrere chi è in difficoltà in mare. Come se fosse passato il messaggio che chi arriva via mare sia una sorta di vuoto a perdere".

Il Consiglio italiano per i rifugiati: "Imbarcazione abbandonata al suo destino". Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir): "Se pensiamo che la striscia di mare tra Lampedusa e la Libia è totalmente vigilata, giorno e notte, anche con le motovedette donate dall'Italia alla Libia ci chiediamo come sia possibile che un gommone di 12 metri possa stare lì per tanto tempo senza che nessuno se ne sia reso conto. Vuol dire che è stato abbandonato al suo destino".

Franceschini: "Governo riferisca al Parlamento". "Provo orrore davanti al racconto dei cinque eritrei sopravvissuti al lungo viaggio disperato verso l'Italia. Una nuova terribile strage nei nostri mari. Se, come tutto lascia prevedere, ci sarà la conferma degli annegati, dei venti giorni passati alla deriva nella battutissima e sorvegliatissima zona del canale di Sicilia si porranno terribili domande". Così il segretario del Pd Dario Franceschini. "Una cosa - evidenzia - è il contrasto all'emigrazione clandestina, tutt'altra è il mancato rispetto dei diritti umani e delle regole internazionali, dell'obbligo al soccorso in mare a chi rischia la morte". E ancora: "L'Italia non può girare la testa dall'altra parte davanti a simili tragedie. Il governo deve riferire rapidamente e chiarire in Parlamento quello che è successo".

Indignazione e richieste di chiarimenti sono arrivate anche dal deputato dell'Idv Sonia Alfano, dal segretario del Prc Paolo Ferrero, dall'ex ministro dell'Interno Enzo Bianco, dal capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.

Intercettato un altro barcone. Ancora sbarchi di clandestini sulle coste siciliane. Un barcone con 45 persone a bordo è stato intercettato dalle motovedette della Capitaneria di porto a circa un miglio e mezzo da Lampedusa. A segnalare l'imbarcazione è stato un diportista. Sul posto si sono recate due motovedette della Guardia costiera, che stanno effettuando il trasporto dei migranti. Altri cinque migranti tunisini sono stati fermati oggi dopo che erano già sbarcati nell'isola con una piccola imbarcazione.

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