mercoledì 3 febbraio 2010

Urbanistica e affari nella Salerno di De Luca

Dal Quotidiano Il Fatto Quotidiano
del 3 febbraio 2010

di Enrico Fierro
(Giornalista)


Aprirà la campagna elettorale a Scampia, Gomorra, nel cuore dolente di Napoli, tra le Vele e le Case dei Puffi. Da lì inizierà la conquista della Campania di Vincenzo De Luca. “E non poteva essere diversamente, Vincenzo è un uomo che sa sfruttare come pochi i media. Ogni sua parola, ogni azione, tenderà a portarlo al centro della scena mediatica. Oggi in Campania si parla di lui, delle polemiche che la sua candidatura ha scatenato, non di Stefano Caldoro, il candidato della destra”. Marcello Ravveduto è un sociologo e conosce bene il sindaco di Salerno e il suo sistema di potere, “un populista che sa parlare alla gente comune e ai salotti, che sa conciliare relazioni importanti e contatti di massa. E' uno che piace anche alla destra più estrema”. Giugno 2006, De Luca ha spaccato il centrosinistra (Gianfranco Nappi, il segretario dei Ds che all'epoca si oppone alla sua candidatura, viene schiaffeggiato dai supporter del sindaco), annichilito la destra ed è ritornato alla guida della sua città, che aveva lasciato dopo due mandati e la conquista di uno scranno in Parlamento a Mario De Biase, un suo fedelissimo. A spoglio ultimato De Luca arriva in piazza Amendola dove migliaia di persone lo aspettano. Ha vinto col 56,5%. Il primo ad abbracciarlo è “Rafele 'o vichingo”, capo degli ultrà della Salernitana. I grandi elettori della destra si sono già congratulati pubblicamente. “Ho votato De Luca, del resto già al primo turno i nostri elettori avevano votato per lui”, dice Franco Russo, deputato di Forza Italia. Franco De Luca (non è parente), deputato del partito di Gianfranco Rotondi trattiene a stento le lacrime: “De Luca è il Sud che rialza la testa”. Nino Paravia, industriale e senatore di An: “Poche storie in questo voto c'è tanta destra”. Ecco perché oggi Gianni Lettieri, presidente di Confindustria Campania, può dire al Corriere del Mezzogiorno che “De Luca raccoglierà tanti voti anche a destra. E' un ottimo candidato, come sindaco ha dimostrato tanta capacità di spesa, rappresenta sicuramente la discontinuità rispetto ad una stagione politica fallimentare”. Lettieri è stato rinviato a giudizio insieme a De Luca per una vicenda di suoli e varianti al Prg. “Per me come per lui - risponde l'industriale che la destra aveva corteggiato come candidato alla regione e che corteggia ancora come futuro sindaco di Napoli - siamo di fronte al nulla”. La pensa esattamente allo stesso modo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: “De Luca indagato? E per cosa? Per aver difeso il posto di lavoro di 300 cassintegrati. Ha difeso l'interesse dei lavoratori”. Ormai è un mantra, che da Salerno a Roma i dirigenti del Pd si ripetono, alcuni con scarsa convinzione, per scacciare il fantasma della questione morale: paga per aver difeso i lavoratori. Le inchieste che hanno portato a processo De Luca sono tutte incentrate sulle varianti al Prg e sull'utilizzo delle aree della ex zona industriale. Sui suoli della Ideal Standard avevano deciso di costruire un grande parco acquatico, il più grande d'Europa. La fabbrica fallisce, 184 operai vanno a casa. Per Gabriella Nuzzi, il pm che inquisisce De Luca, l'ex sindaco De Biase, insieme con una lunga lista di tecnici e funzionari, la chiusura della fabbrica “è da inserire nell'ambito di una più complessa ed articolata strategia criminale funzionale all'acquisizione di aree per la realizzazione di illecite trasformazione del tessuto urbano e di speculazione immobiliare”. Nel 2001 il pentito di camorra Cosimo D'Andrea parla dell'interesse all'operazione dei clan casertani. “Si è mosso De Luca e i soldi si stanno prendendo iniquamente perché per regola non dovrebbero arrivare. Lì non vanno a fare l'acquario, ne va solo una minima parte, i lavori verranno iniziati e mai finiti”. Preveggenza di un pentito, la Gardaland dell'acqua non si farà mai, nonostante i nomi eccellenti che spuntano dietro l'affare. Commercialisti vicini a Emilio Gnutti, il finanziere bresciano di Unipol e Antonveneta, che a Salerno è già socio di Pierluigi Crudele. I suoi volano in città per l'affare parco e aprono la “It&S”, la sede è in un garage di via Fuorni. In un quartiere popolare a pochi passi dal carcere. Forse aveva ragione il pentito, perché il parco non si realizza, al suo posto viene progettata una centrale termoelettrica, nel frattempo De Luca e il sindaco De Biase vengono rinviati a giudizio per concussione e altri pesantissimi reati. Non hanno incassato tangenti, il loro scopo era quello di ottenere “un indiretto profitto da Energy Plus, la società incaricata di realizzare la centrale chiedendo in cambio lavori pubblici e segnalazione di ditte amiche”. Storie salernitane, dove chi tocca Piani regolatori e varianti rischia di bruciarsi le mani. “Ho il dubbio che il mio allontanamento dalla Campania - ha detto tempo fa il pm Gabriella Nuzzi - vada oltre la vicenda Salerno-Catanzaro. Durante il periodo in cui indagavo su De Luca avvennero gravi interferenze da parte dei vertici della Procura”. L'architetto Fausto Martino, assessore all'urbanistca nel 2003, era contrario allo stavolgimento del Prg e alle varianti. “De Luca e De Biase - si legge nelle carte dell'inchiesta - hanno costretto l'architetto Martino alle dimissioni, imponendogli quale condizione per il prosieguo del suo mandato, di sostenere o tollerare la scelta di non presentare al Consiglio comunale per la sua adozione il nuovo Piano regolatore della città, al precipuo scopo di impedire l'applicazione delle misure di salvaguardia previste dalla legge”.

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